La massima espressione della navigazione tradizionale, culmine di un’arte sviluppatasi nell’arco di millenni.
Il sestante è pur sempre l’unico strumento che permette la determinazione del punto fuor vista di terra senza dipendere da ausili esterni.
La moderna navigazione astronomica si basa sull’utilizzazione del sestante, del cronometro e delle effemeridi, nonché di tavole varie per la semplificazione dei calcoli.
Negli ultimi decenni, per l’esecuzione dei calcoli, a tavole ed effemeridi cartacee si sono affiancate calcolatrici elettroniche, di ridottissime dimensioni, programmate per eseguire tutti i calcoli possibili ed immaginabili conservando in memoria oltre alle formule anche le effemeridi valide per molte decine d’anni.
Per oltre due secoli il cronometro meccanico, ideato da Harrison, ha avuto a bordo il posto che conviene ad un oracolo: strumento assai delicato, da custodire con massima cura e da tenere sotto costante controllo; nel suo primo secolo di vita fu estremamente costoso e non del tutto affidabile, il che ne ritardò l’introduzione, specialmente presso le marinerie mercantili, favorendo il protrarsi dell’uso del metodo delle distanze lunari (oltre che per fare il punto, anche per controllare eventuali cronometri specialmente nelle lunghe navigazioni). Oggidì anche il cronometro ha perso la sua sacralità, sostituito da minuscoli orologi al quarzo, anche da polso, magari radiocomandati da campioni atomici, che per pochi soldi e senza particolari sinecure offrono costantemente una precisione superiore a quella richiesta dalla navigazione astronomica.
Ed infine il sestante: da quando fu ideato e contrariamente agli oggetti summenzionati, nei suoi due secoli e mezzo di vita, il sestante non ha subito mutamenti sostanziali: il progresso tecnologico ha migliorato la qualità delle leghe, degli specchi, dei filtri, delle lenti, nonché la precisione della lavorazione; ha consentito di farlo di metallo invece che di legno, di sostituirci il verniero col nonio a tamburo, di farci leggere i decimi di primo e di ridurne le dimensioni da 50 a 15 centimetri di raggio: in sostanza e forma, però, esso è rimasto identico a quello fatto costruire da Campbell. In seguito furono costruiti anche dei sestanti con un lembo ulteriormente maggiorato ad un quinto d’angolo giro (dai puristi chiamati quintanti) onde permettere misurazioni fino a circa 140°; non più in produzione, questi compaiono, saltuariamente, solo nel mercato dell’usato.
Con l’avvento della navigazione elettronica, la richiesta di sestanti si è ridotta fin quasi a scomparire: i sestanti si usano assai raramente, sono tenuti sempre con cura e sono praticamente indistruttibili, cosicché quelli in circolazione quasi bastano a soddisfare gli obblighi discendenti dalla vigente normativa. Per questo motivo i costruttori di sestanti nel mondo sono attualmente solo una mezza dozzina e quasi tutti producono piccole quantità di strumenti (tutt’altro che semplici da realizzare, di qualità generalmente molto buona) atte anche a soddisfare la crescente richiesta da parte di studiosi ed appassionati.