I sestanti qui proposti (esclusivamente nuovi di fabbrica) garantiscono la precisione richiesta da una corretta navigazione astronomica. Questo grado di precisione è fornito solo da strumenti metallici all’uopo costruiti. Tutti i sestanti metallici attualmente in produzione sono menzionati nella sezione Catalogo sestanti di questo sito e tutti, salvo un paio il cui rapporto qualità prezzo (come nella suddetta sezione spiegato) è particolarmente sfavorevole, sono qui commercializzati: basterà poi “cliccare” sul relativo carrellino per conoscerne il prezzo ed eventualmente acquistare.
Contrariamente a quanto ampiamente praticato altrove, qui non sono previsti eventuali “elementi opzionali” con relativi sovrapprezzi: qui lo strumento è offerto già completo di tutti gli elementi il cui uso fu previsto, in sede di progettazione, per poterne garantire le migliori prestazioni in rapporto alle sue caratteristiche generali, elementi quindi destinati a rivelarsi non solo desiderabili, ma anche compatibili ed allineati con le potenzialità ed il valore relativo dello strumento considerato. Lenti astigmatizzanti, prismi, illuminazioni, cannocchiali supplementari, se disponibili ed appropriati, sono pertanto già previsti, menzionati e compresi nello specifico articolo. Nella scelta (oltre al fattore puramente finanziario) è quindi particolarmente opportuno che l’acquirente abbia le idee chiare su ciò che con lo strumento effettivamente vorrà fare; per esempio:

a)

fare il punto in mare su un’imbarcazione;
b) fare il punto su una piattaforma stabile (nave … terraferma);
c) imparare l’arte ed esercitarla di tanto in tanto senza eccessive pretese;
d) dedicarsi a studi d’astronomia pura o a metodi di navigazione inconsueti;
e) possedere il migliore, per intrinseca soddisfazione e/o capacità di sfruttarne quel quarto di primo di precisione in più.

Cosicché, sempre a mo’ d’esempio, cannocchiali a forte ingrandimento (7×35 o 8×30) nel caso a) non saranno certo molto utili, mentre in b) e d) lo possono essere senz’altro. Lo stesso dicasi per gli orizzonti a bolla (salvo quelli per addestramento), cui si può ricorrere nei casi b) ed e) quando l’orizzonte vero è reso invisibile da foschia, terra o notte (i visori notturni ad intensificazione di luce non sono risultati d’uso pratico e vantaggioso). Un sestante metallico piccolo potrà essere apprezzato nei casi a) e c): stanca meno il braccio di chi ha scarsa consuetudine, ma in quanto a facilità di puntamento le opinioni sono contrastanti poiché molti sostengono che quelli più pesanti siano più stabili, specialmente con vento forte e/o mare mosso. Lenti astigmatizzanti e prismi di Schueler assicurano una corretta osservazione (soprattutto quando si usano specchi fissi interi), evitando anche di dover fare oscillare il sestante: a questo proposito si rammenti che, misurando l’altezza d’un astro a 45°, un’inclinazione di 5° dello strumento provoca un errore di circa 7 miglia. Mentre lo specchio tradizionale è adatto a qualsiasi tipo d’osservazione ed agevola il posizionamento verticale del sestante, lo specchio intero può essere vantaggioso per le osservazioni di sole, purchè in combinazione con lente astigmatica o prisma di Schueler (altrimenti la precaria verticalità rischia di vanificare il vantaggio). Si voglia comunque considerare che nella pratica della moderna navigazione astronomica un ottimo risultato è rappresentato da un punto nave con circa un miglio d’incertezza e ciò si ottiene, in nove casi su dieci, con l’uso di qualsiasi sestante metallico (dei tipi qui proposti), anche se approssimazioni migliori di mezzo miglio non sono da escludersi specialmente in situazioni corrispondenti a b) ed e) di cui sopra; tutto ciò, ovviamente, a condizione di aver cura nel mantenere la precisione strumentale tipica del prodotto, effettuando saltuari controlli e rettifiche (operazioni facilissime alla portata di qualsiasi osservatore) atte a ripristinare gli allineamenti che, per uso e sollecitazioni varie (come trasporto, urti, e scuotimenti), in tempi più o meno lunghi, tendono inevitabilmente a sregolarsi. Per quanto più sopra esemplificato in d) è invece molto auspicabile che l’osservatore disponga di un sestante che offra grande precisione ed un’ottica della massima luminosità e nitidezza, senza particolari specializzazioni, come ben sanno, fra gli altri, coloro che sulle tracce di Slocum vogliono provare anch’essi a fare il punto senza neppure il cronometro (usando cioè solo sestante ed effemeridi: il massimo dell’indipendenza): per questo genere d’osservazioni uno specchio intero ed un prismatico 7×35 (tipo sull’ASTRA III Professional) rappresentano la soluzione ideale, rammentando che un errore di 1′ fra due astri può generare un errore di circa 30 miglia sulla carta.

Comunque, a determinare la precisione più o meno spinta dei risultati,  non sarà tanto l’eccelsa precisione intrinseca del sestante e delle tavole (e/o delle calcolatrici), quanto l’abilità dell’operatore nell’effettuare le osservazioni, nell’attribuirvi un tempo esatto e, anche, nell’applicare soggettivamente le correzioni (rifrazione, etc.); questa abilità, notoriamente, si ottiene e si incrementa solo con l’esercizio, continuando sempre ad affinarsi (anche dopo 2000 osservazioni, come afferma una estesa ricerca eseguita molto tempo fa dalla marina statunitense).

Non si sottovaluti d’altronde il sestante di plastica che, per il caso c) di cui sopra, rappresenta la soluzione ideale: possiede tutti gli attributi essenziali di quelli metallici, è incredibilmente leggero e, pur richiedendo controlli e rettifiche più frequenti (specchi ed indice) e pur avendo una precisione indefinibile date le caratteristiche del materiale di costruzione, in mano ad un buon osservatore si ritiene permetta approssimazioni di circa cinque miglia (sufficienti per navigare in alto mare, insufficienti per atterrare in paraggi difficili); dulcis in fundo: relativamente a qualità e prestazioni, il costo del sestante di plastica proposto può ritenersi davvero moderato.

Nel reparto Biblioteca di questo sito, infine, sono disponibili sia le pubblicazioni necessarie alla pratica della navigazione astronomica, sia un’accurata selezione di libri riguardanti, direttamente o indirettamente, l’uso del sestante: per accedervi subito si può cliccare quì.